7. Intergenerazionalità

Una società in trasformazione: adattarsi ai cambiamenti sociali e culturali

Negli ultimi decenni le autorità politiche si stanno interrogando sui cambiamenti demografici, sociali ed economici in atto e sulle loro implicazioni a livello di relazioni tra generazioni in termini di solidarietà, di valori, di stili di vita, di bisogni e di benessere. Un'importante trasformazione in corso è l’invecchiamento demografico e il conseguente incremento della quota di pensionati rispetto alla popolazione attiva. Oggi la percezione di “popolazione anziana” ha cambiato la sua connotazione, trattandosi di una fascia di popolazione ancora molto dinamica. Se tendenzialmente si fa riferimento a persone, uomini e donne, in età AVS (dai 65 anni in su), ci si ritrova piuttosto confrontati con individui che, al contrario, non si sentono “pensionati”, ma anzi hanno voglia e necessità di far sentire la loro presenza e continuare a dare il loro contributo alla società. Altri fattori possono esercitare un impatto significativo sulla solidarietà intergenerazionale, come la messa in discussione del modello tradizionale di famiglia, la decisione di posticipare la transizione allo stato adulto, la crescente precarietà nel mondo del lavoro e l’aumento della disoccupazione. Tali cambiamenti contribuiscono a generare nuove problematiche e nuovi rischi di esclusione sociale che possono sfociare in un “conflitto” tra soggetti appartenenti a diversi gruppi di età. È quindi importante, anche per la pianificazione territoriale, implementare nuove politiche sociali, prestando attenzione al rapporto che le diverse fasce di popolazione hanno in diversi contesti. In primis quello familiare, dove la componente intergenerazionale è molto forte, così come nell’ambito della vita pubblica, prevedendo spazi urbani, aree verdi, attività ricreative e di aggregazione.

Incentivare il benessere psicofisico della popolazione

Una società inclusiva, obiettivo anche della Confederazione nell'Agenda 2030, deve ambire a una maggiore diffusione di attività culturali, ricreative e di volontariato. La partecipazione a tali attività permette lo sviluppo di maggiori livelli di benessere e di realizzazione personale, l’attivazione di legami che possono favorire lo scambio e la collaborazione tra generazioni. Secondo alcuni studi sulla popolazione in Ticino, le principali necessità riguardano la facilità di raggiungere i luoghi di interazione e di potersi muovere sempre in sicurezza. Ecco allora che il proprio quartiere diventa un’oasi felice dove sentirsi “come a casa”. Nel campo della salute sono studiati soprattutto il benessere e la qualità di vita. In risposta ai bisogni della popolazione, in particolare anziana, si inizia anche a riflettere su nuove modalità abitative e sull’adeguatezza dello spazio urbano. Ovviamente il discorso del benessere fisico e mentale gioca un ruolo importantissimo. Inoltre, occorre ragionare anche sulla possibilità di raggiungere con facilità le aree naturalistiche al di fuori del contesto urbano. Un esempio può essere la fruizione delle aree naturalistiche presenti lungo il fiume Ticino.

Educare all'intergenerazionalià come risorsa

La promozione di aree di svago di prossimità, organizzate anche con servizi di prima necessità quali punti di ristoro con servizi pubblici, permetterebbe anche la fruizione da parte di persone in arrivo dai Comuni limitrofi e sicuramente da parte dei turisti. Ecco quindi che la valorizzazione delle risorse sociali delle diverse fasce d'età, e degli anziani in particolare, offre un valore aggiunto anche ad altri settori. L’educazione all’intergenerazionalità può contribuire a rafforzare la capacità di creare accoglienza in un determinato contesto territoriale, diventando un elemento significativo anche per l’attrattività di un determinato luogo verso l’esterno.