Le agende urbane e nazionali stanno sviluppando politiche e strumenti per affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici, garantendo uno sviluppo equo e una maggiore resilienza (capacità di adattarsi al cambiamento e superare eventi difficili), con la conseguenza di salvaguardare il benessere dei cittadini e ridurre i possibili danni economici. La Commissione Europea ha sviluppato nel 2013 una strategia applicativa sulle infrastrutture verdi, strumento prioritario della Strategia di Adattamento UE, attraverso l’implementazione di soluzioni ispirate alla natura (Nature-based Solutions). Il nuovo programma politico European Green Deal (dicembre 2019) individua in queste soluzioni uno degli assi strategici di azione per l’emergenza climatica e lo sviluppo urbano sostenibile. La Strategia del Consiglio federale di adattamento ai cambiamenti climatici è lo strumento guida per declinare a livello locale le politiche e misure specifiche per gestire il rischio e individuare potenzialità di sviluppo. In particolare il Piano di Azione 2020-2025 individua alcuni settori strategici di intervento, tra cui lo sviluppo territoriale. Il Piano propone strategie e linee guida compatibili con le direttive della Strategia e promuove l’implementazione di interventi per aumentare la resilienza urbana agli eventi climatici estremi.
Il Programma d’azione comunale (PAC) del Comune di Bellinzona si costituisce come strumento attuatore di sviluppo sostenibile in grado di promuovere una visione strategica di respiro territoriale e, a livello climatico, misure adattative concrete. La decade degli anni ’20 di questo secolo si apre con le pressanti sfide dettate dal cambiamento climatico sull’agenda urbana della città, ma anche nella quotidianità dei suoi cittadini. L'aumento considerevole della temperatura media in Svizzera, la forte pressione dell'attività umana sul territorio e la complessità di creare una rete fruibile di aree di svago e di valore ecologico in un agglomerato tanto eterogeneo di comunità locali, costituiscono le sfide principali, a cui il nuovo Piano regolatore dovrà rispondere. Tali sfide richiedono un nuovo approccio nella pianificazione territoriale e del paesaggio di tipo sistemico e interdisciplinare. Le infrastrutture verdi costituiscono un modello metodologico e operativo di grande valore per il loro approccio all'ecosistema: progettare un’infrastruttura verde significa mettere a sistema le aree verdi esistenti e pianificate per creare una rete di spazi aperti efficienti (dal punto di vista energetico e ambientale) e di elevata qualità fruitiva. I benefici derivanti da una gestione ecosistemica del verde urbano sono di tipo ambientale e sociale, ma anche economico, comportando ad esempio la razionalizzazione di risorse naturali ed economiche per la manutenzione, la riduzione dei costi della sanità a causa dell’inquinamento ambientale e i costi di riparazione dei danni causati da eventi metereologici estremi.
Il PAC riprende e sviluppa il concetto di maglia delle aree verdi nel ruolo di connessione della rete ecologica (vedi schede PAC P1, P3, P4 e P5) e ne intende indirizzare lo sviluppo quale dispositivo diffuso di resilienza climatica attraverso alcuni principi come: la biodiversità diffusa sia nel verde capillare urbano, sia nei nuclei attraverso l’utilizzo di specie autoctone che richiamino specie faunistiche compatibili attraverso fioriture e frutti; la rinaturazione di aree dismesse e corsi d’acqua; la gestione sostenibile delle acque meteoriche attraverso spazi aperti adibiti al drenaggio, l'infiltrazione, la raccolta e il riuso delle piogge, ad esempio nelle pavimentazioni drenanti, tetti verdi, trincee drenanti, aree umide di fitodepurazione.
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